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Catalogo-monografia della mostra di Enrico Reycend (1855-1928) alla Fondazione Accorsi-Ometto di Torino: dopo quasi trent'anni dall'ultima esposizione, la mostra e il catalogo presentano una settantina di dipinti e una decina di disegni provenienti da collezioni pubbliche e private di un artista torinese troppo a lungo dimenticato dalla critica e dalla storia dell'arte novecentesca, a documentare tutti i periodi creativi del pittore, dagli esordi espositivi agli anni tardi della sua produzione. Particolarmente interessante nel volume la bibliografia, che riporta per moltissimi titoli i brani più significativi riferiti a Reycend. Artista solitario e schivo, ma con una marcata individualità, Reycend in pochi anni raggiunse un proprio linguaggio pittorico. Espose in diverse città italiane ottenendo un buon successo e diventando un'alternativa, più intimista e poetica, al verismo di Delleani. Caduto nell'oblio dalla metà degli anni Venti, la sua riscoperta la si deve al grande storico dell'arte Roberto Longhi che nel 1952 lo accostò, alla Biennale di Venezia, alla triade dei più famosi Fontanesi-Avondo-Delleani.